Quando si valuta un mutuo, non è sempre facile capire se optare per un mutuo tasso fisso o variabile, considerando che il tasso fisso viene calcolato sulla base dell’Eurirs (Euro Interest Rate Swap), mentre il tasso variabile viene calcolato sulla base dell’Euribor (Euro Interbank Offered Rate). Oltre questi parametri, le banche aggiungono anche lo spread, che verrà considerato nel calcolo del tasso vero e proprio.Nonostante queste incognite però, se ci stiamo interrogando sul mutuo tasso fisso o variabile, possiamo capire verso quale orientarci prendendo consapevolezza delle differenze sostanziali tra i due tipi di tassi e del funzionamento di ognuno.
Mutuo a tasso fisso: come funziona?
Il mutuo a tasso fisso prevede una rata invariata per tutto l’arco di tempo del finanziamento; si stabilisce nel momento della stipula del contratto e da questo momento in poi non può più variare in base alle oscillazioni dei tassi, che in un tasso variabile inciderebbero invece sul calcolo della rata.
Tuttavia, il costo di base risulta più alto rispetto a quello dei mutui con tasso variabile dal momento in cui – a parità di spread applicato dalla banca – il tasso di riferimento Eurirs è più alto rispetto all’Euribor. Ricordiamo inoltre che l’Eurirs, a sua volta, dipende dall’andamento di particolari derivati sui tassi (definiti “swap”) che le banche usano per proteggersi da eventuali perdite. C’è da dire che il mutuatario può in questo modo prevedere e gestire in maniera semplificata le scadenze previste per i versamenti, specialmente se non sono previste importanti variazioni del reddito nel futuro.
Mutuo a tasso variabile: come funziona?
Con il mutuo a tasso variabile oltre a prendere in considerazione capitale, durata e spread dovremo calcolare come indice di riferimento l’Euribor a scadenza 1, 3 o 6 mesi, a seconda del tipo di rateizzazione. In questo caso dunque il calcolo della rata mensile dipende dalle oscillazioni dell’indice finanziario, quindi se sale l’indice sale anche la rata, e viceversa.
Dal momento in cui il tasso non viene bloccato, le banche possono permettersi di prestare il denaro ad un costo inferiore rispetto ai finanziamenti a tasso fisso. Se l’Euribor costituisce la componente variabile del tasso, lo spread è lo stesso per tutta la durata del rimborso del debito. Il rischio di variazioni nella misura degli interessi può comunque essere mitigato con la riduzione della durata del contratto. Infatti, il tasso variabile spesso prevede mutui con scadenze non molto prolungate.
Mutuo a tasso fisso e mutuo a tasso variabile, allora, qual è il più conveniente?
Come è ovvio, non esiste una soluzione migliore in termini assoluti, ogni caso è diverso poiché le esigenze del mutuatario possono essere molteplici.
Nonostante ciò, nel momento in cui ci si pone la domanda “mutuo tasso fisso o variabile?” occorre comunque valutare attentamente diversi fattori, come ad esempio:
- la durata del mutuo;
- il reddito del richiedente;
- l’importo richiesto rapportato al valore dell’immobile che si intende acquistare
- la possibilità di accettare o meno il rischio.
Per coloro che sono intenzionati a richiedere un mutuo a tasso variabile sarà sempre utile aggiornarsi sull’andamento degli indici di riferimento e monitorare i grafici dell’Euribor per individuare il momento giusto per muoversi.
Per coloro che invece temono un rialzo dei tassi di interesse e non intendono assumere il rischio, sarà più indicata una rata costante nel tempo, anche se questo tipo di tasso potrebbe costare di più.
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